Valerio Giambersio, in questo suo post su Passaggio a Sud, ricorda il progetto dell'archistar Renzo Piano per le periferie. Si chiama "PROGETTO G214" ED realizzato da un gruppo di giovani architetti pagati con il suo stipendio da senatore a vita: opera per il ‘rammendo’ delle periferie italiane attraverso piccoli progetti partecipati. Si tratta di ridare dignità e bellezza a quelle parti di città in cui i piani urbanistici si sono arenati e in cui il posto che doveva essere occupato dagli spazi dedicati alla socialità è stato riempito da un senso di inadeguatezza ed emarginazione. "Ovunque ci sono grandi buchi neri da recuperare e trasformare, in modo che questi sobborghi diventino luoghi di civiltà, e non solo posti dove si va a dormire" scrive Renzo Piano.
La mia proposta è: e se provassimo a far arrivare allo studio di Renzo Piano un documento che parla del Serpentone? Se provassimo ad interessare il team di giovani architetti alla possibilità di intervento a Potenza? Bisogna ripartire da chi vive in quel luogo come suggerisce Renzo Piano: “dai desideri degli esseri umani che lo abitano” e che meritano si essere realizzati, rendendo il luogo stesso degno di essere vissuto. Bisogna evitare di costruire ancora e operare per sottrarre, per estrarre la spina, per abbassare la densità insediativa, e per ricostruire un senso di appartenenza e di comunità. “Le periferie sono nel mio cuore”, dice ancora Piano “nel bene e nel male. Sono la fonte di energia della città. Ma bisogna buttare acqua, non benzina sul fuoco, in un attimo tutto si infiamma.”
Avete suggerimenti? Contatti? Idee aggiuntive?
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